Un Manul nel Centro per la riproduzione delle specie rare dello zoo di Mosca
Ufficio stampa dello zoo di MoscaSe i gatti avessero un account sui social media, il manul probabilmente si descriverebbe come “difficile da trovare, facile da perdere e impossibile da dimenticare”. Il manul (noto anche come gatto delle steppe o di Pallas, dal nome del suo scopritore, lo zoologo prussiano del XVIII secolo, Peter Simon Pallas) è uno degli animali più introversi che ci siano! Non è per niente facile individuare questi micioni: vivono prevalentemente nelle steppe disabitate della Transbajkalia e nelle zone della Mongolia che confinano con questa regione. Sono stati avvistati anche in alcune regioni dell'Asia centrale.
Questi gatti sono orgogliosamente solitari: ognuno vive nel proprio territorio (che misura circa 4 chilometri quadrati) e si incontrano solo durante la stagione degli amori, in primavera. Il manul è anche una specie a rischio estinzione, inserita nel Red Data Book della Federazione Russa, un registro governativo delle specie rare e in via di estinzione.
Anche se gli esperti ritengono che i manul siano apparsi circa cinque milioni di anni fa, si sa ancora molto poco sul loro conto. Si stima che al momento in Russia vivano circa 3.000 esemplari (secondo gli scienziati, se ne conterebbero di più in Mongolia).
Cuccioli di Manul nello zoo di Novosibirsk
Kirill Kukhmar/TASSUn normale gatto da compagnia pesa più del gatto di Pallas: i cuccioli di questa specie sono così piccoli che non raggiungono nemmeno 100 gr di peso! Un manul adulto (otto mesi o più) pesa fra i 3 e i 5 kg. Come grandezza non superano quella dei gatti domestici: di solito misurano 60 cm di lunghezza, con una coda lunga 30 cm!
Un Manul si prepara per l'inverno
Getty ImagesNonostante le dimensioni ridotte, il gatto di Pallas sembra molto grande. Ciò è dovuto alla fitta e morbida pelliccia. Ogni centimetro quadrato di pelle contiene 9.000 peli, lunghi fino a 7 cm. Una morbidezza che permette loro di sopravvivere anche nelle condizioni più difficili.
Manul nello zoo di Novosibirsk
Kirill Kukhmar/TASSLa sopravvivenza del gatto di Pallas in inverno dipende dal suo aumento di peso con l’arrivo del freddo. Nel suo habitat naturale le temperature arrivano a -50°C con venti molto forti. E il manul non va mai in letargo: caccia tutto l’anno! Perciò l’unico modo per sopravvivere è accumulare grasso. In inverno, un manul può raggiungere un peso di 6-7 kg, ed è sempre alla ricerca di cibo.
Il manul è un esemplare piuttosto lento e pigro, e ha zampe corte che affondano nella neve.
Cucciolo di Manul nello zoo di Novosibirsk
Kirill KukhmarTuttavia è un ottimo cacciatore: le sue capacità mimetiche gli permettono di confondersi con il paesaggio e di uccidere la preda in un solo colpo.
Anche se non ha dimensioni imponenti, ha uno sguardo molto più espressivo degli altri felini: ha delle pupille rotonde, come quelle dei grandi predatori felini, ad esempio tigri e leoni. Le usa per tendere agguati improvvisi a piccoli roditori e pernici. A proposito, se una delle sue vittime lascia una comoda tana, il manul spesso sceglie di trasferirvisi. Potrebbe costruirne una da sé… ma perché tanto sforzo quando si può ottenere lo stesso?
Cucciolo di Manul
Alelsandr Kryazev/SputnikOltre ad occupare le tane dei tassi e di altri roditori, il manul si rifugia spesso anche tra le rocce. Ma può infilarsi anche nei luoghi più impensati: il personale del parco nazionale “Daurskij”, nella Transbajkalia, una volta ha scoperto due femmine che si erano insediate tra gli ingranaggi di alcune vecchie mietitrebbie abbandonate in un campo coperto dalle erbacce.
Il manul vive un’esistenza così solitaria che in realtà non ha nemmeno dei nemici in natura… tranne gli umani! Questo micione, infatti, è vittima non solo del bracconaggio, ma anche dell’espansione della civiltà umana e dalle attività che ne conseguono. Questo micio è molto diffidente nei confronti degli umani e raramente si lascia avvicinare.
Un Manul con il suo cucciolo nello zoo di Novosibirsk
Aleksandr Kryazev/SputnikAddomesticare un manul è impossibile, anche se ci sono stati dei rari tentativi. Una volta, in attesa che arrivassero gli zoologi, alcuni abitanti di un villaggio della Buriazia hanno dato da mangiare a tre cuccioli di manul e li hanno anche lavati: si è scoperto che i micetti non erano poi così contrari all’acqua, anche se ringhiavano ferocemente. Quei gattini sono poi stati consegnati nelle mani sicure degli esperti dello zoo di Mosca.
“I manul non sopportano assolutamente di essere toccati”, dice Irina Aleksiecheva, una delle dipendenti.
Ci sono circa 150 manul negli zoo di tutto il mondo e quasi tutti sono imparentati tra loro. Un contributo molto importante allo studio del comportamento di questi gatti selvatici è stato dato dagli zoologi degli zoo di Mosca e Novosibirsk. I primi membri della specie sono apparsi nella capitale nel 1949; oggi, sono le mascotte dello zoo. I manul nati in cattività a Novosibirsk oggi vivono anche negli zoo di Zurigo, Poznan e Tallinn.
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