I sette amici più stretti di Lev Tolstoj

Lev Tolstoj (1828-1910) a un pranzo con familiari e amici nella sua tenuta di Jasnaja Poljana il 7 luglio 1908

Lev Tolstoj (1828-1910) a un pranzo con familiari e amici nella sua tenuta di Jasnaja Poljana il 7 luglio 1908

Karl Bulla/Museo Letterario Statale Lev Tolstoj
Lo scrittore aveva delle persone che gli furono molto vicine, ed erano tutte estremamente diverse tra loro. Ciò che le univa era l’adorazione nei suoi confronti

Nel corso dei suoi 82 anni di vita, Lev Tolstoj (1828-1910) incontrò e parlò con tantissime persone. Tra questi c’erano i decabristi (sui quali aveva concepito un romanzo, anche se alla fine scrisse “Guerra e pace”, che doveva indagare sui fatti che precedettero la rivolta), vari artisti e naturalmente altri scrittori; rivoluzionari, persone vicine alla famiglia imperiale e i semplici contadini che incontrava a Jasnaja Poljana e per i cui figli aveva creato una scuola. Molti volevano semplicemente incontrarlo, stringergli la mano, perché Tolstoj era una leggenda già in vita. 

“Ho spesso pensato che verrà il momento in cui tutto, anche i più piccoli dettagli della vita e della personalità di Lev Tolstoj saranno studiati. E può darsi che i futuri lettori avranno bisogno di informazioni non solo su Tolstoj stesso, ma anche sulle persone a lui vicine, in particolare sui suoi amici e conoscenti”, scrisse il segretario di Tolstoj, Valentin Bulgakov, che creò una serie di saggi sui suoi amici e vicini.

Maksim Gorkij – scrittore proletario

Lev Tolstoj e lo scrittore Maksim Gorkij a Jasnaja Poljana nel 1900

Il rapporto tra Tolstoj e il giovane Gorkij (1868-1936) fu “un passo dall’amore all’odio”. All’inizio Tolstoj era entusiasta di “un vero uomo del popolo” e scriveva nel suo diario: “Gorkij e Chekhov mi piacciono; e soprattutto il primo”. A Tolstoj, che si rivolgeva al popolo, piaceva che Gorkij mostrasse “a tuttotondo” le persone smarrite, “contagiando” con l’amore per loro.

In seguito, però, Gorkij cominciò a irritare Tolstoj. Quando Gorkij lesse per la prima volta a Tolstoj le scene dell’opera teatrale “Bassifondi” (o “L’albergo dei poveri”) ambientato in un rifugio dei senzatetto, Tolstoj gli chiese scandalizzato: “Perché scrivi questa roba?”. Una cosa, evidentemente, era mostrare queste persone, e un’altra è dedicare loro un’opera intera. Inoltre, a Tolstoj non piacevano i ragionamenti ateistici di Gorkij. 

Tolstoj restò di stucco per l’incredibile successo dell’opera: Stanislavskij la mise in scena al Teatro d’Arte di Mosca, e inoltre ebbe un enorme successo in Germania. In seguito Gorkij fece una tournée in America e Tolstoj scrisse nel suo diario che si sentiva infastidito dal fatto che Gorkij rilasciasse interviste alla stampa americana, e che anche la stampa russa scrivesse solo di lui.

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Ilja Repin – pittore

Tolstoj con il pittore Ilja Repin a Jasnaja Poljana nel 1908

Ilja Repin (1844-1930) e Tolstoj si incontrarono a Mosca nel 1880. All’epoca, Tolstoj non solo era già uno scrittore famoso, ma si trovava anche in uno stato di “ricerca spirituale” e di ripensamento dei valori. Tolstoj si recò nell’atelier dell’artista, ancora relativamente giovane. (Tolstoj aveva 52 anni e Repin 36). Repin ricordò che lo scrittore parlava con voce profonda e intima di come le persone fossero diventate indifferenti agli orrori della vita e stessero percorrendo la strada della depravazione. 

Repin iniziò a frequentare la casa di Lev Tolstoj a Khamovniki e quando lo scrittore si trovava a Mosca si incontravano per passeggiare e parlare. Fu un’amicizia di molti anni e allo stesso tempo una polemica su tutto (spesso avevano posizioni inconciliabili in materia di arte). Repin dipinse più di venti diversi ritratti e schizzi di Tolstoj.

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Anton Chekhov – scrittore e drammaturgo

Tolstoj e lo scrittore e drammaturgo Anton Chekhov in Crimea nel 1901

I due scrittori si conobbero all’inizio degli anni Novanta del XIX secolo a Jasnaja Poljana. Ma già prima, dopo aver letto “Guerra e pace”, Anton Chekhov (1860-1904) era molto colpito da Tolstoj e dalle sue idee. Al verboso Tolstoj piacevano i racconti brevi e ascetici di Chekhov, e considerava “Dushechka” un vero capolavoro. La protagonista si dissolve completamente negli affari e nelle preoccupazioni di ogni nuovo marito e ne adotta gli interessi e persino il modo di parlare. Chekhov ironizzava sulla sua eroina. Tolstoj invece pensava che questo fosse il vero ideale di donna. Tra l’altro, la figlia di Tolstoj, Tatjana, si riconosceva in questo personaggio.

Tolstoj aiutava con la pubblicazione dei nuovi racconti di Chekhov, quando lui aveva bisogno di soldi. Possiamo dire che gli scrittori erano legati da un’affettuosa amicizia e Tolstoj era molto preoccupato per il fatto che il suo amico più giovane fosse malato di tubercolosi. Si incontrarono a Mosca e in Crimea, dove entrambi erano andati a curarsi. Quando Chekhov morì a soli 44 anni, Tolstoj ne fu molto addolorato.

Tuttavia, Tolstoj criticava duramente i lavori teatrali di Chekhov. “Sai che non sopporto Shakespeare, ma le tue creazioni sono ancora peggio”, gli disse. Tolstoj era infastidito dall’inazione dei personaggi. “Dove arrivano i tuoi personaggi? Dal divano, dove stanno sempre, all’armadio e viceversa…”.

Lo stesso Chekhov si raffreddò nei confronti di Tolstoj: “La morale di Tolstoj ha smesso di toccarmi”, scrisse a un loro comune conoscente, l’editore Aleksej Suvorin. “La guerra è un male e il tribunale è un male, ma non ne consegue che io debba camminare in sandali e dormire sulla stufa insieme a un operaio e a sua moglie”.

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Anatolij Koni – celebre avvocato

Tolstoj e il celebre avvocato Anatolij Koni. Fu quest’ultimo, con un suo racconto di una storia conosciuta durante un processo, ad ispirare l’idea del romanzo “Resurrezione”, che Tolstoj considerava il suo personale capolavoro

Questa amicizia era particolarmente paradossale. Tolstoj era quasi un anarchico, che criticava qualsiasi forma di potere come violenza e la legge come giustificazione di tale violenza. E Anatolij Koni era un famoso avvocato, giudice e capo del Dipartimento di Cassazione penale del Senato. Nel 1887 i Tolstoj invitarono il famoso avvocato a visitare Jasnaja Poljana. 

In seguito si incontrarono altre volte. Una volta Koni raccontò a Tolstoj un caso curioso: durante il processo uno dei giurati riconobbe nella prostituta accusata una donna che lui stesso aveva sedotto e abbandonato. La sua coscienza si risvegliò e lui decise di aiutare la donna infelice, di sposarla e di liberarla. Questa storia scosse Tolstoj e divenne la base per il romanzo “Resurrezione”, al quale lavorò per oltre dieci anni e che considerava la sua opera migliore.

Vladimir Chertkov – segretario personale, leader del tolstoismo

Tolstoj e Vladimir Chertkov, suo segretario personale e leader del tolstoismo, a Jasnaja Poljana nel 1909

Dopo che Tolstoj sperimentò uno sconvolgimento spirituale negli anni Ottanta del XIX secolo, il suo atteggiamento nei confronti di molte cose familiari e necessarie cambiò radicalmente. In particolare, si disilluse nei confronti della Chiesa e del matrimonio come unione sacra di un uomo e una donna. Anche il suo atteggiamento nei confronti della proprietà privata cambiò: Tolstoj cercò di liberarsi dalle ricchezze, iniziò a indossare la leggendaria camicia kosovorotka, a lavorare la terra insieme ai contadini. Inoltre, decise di rinunciare anche ai diritti d’autore delle sue opere, il che provocò un grande scandalo in famiglia. Sua moglie Sofja Andreevna era decisamente contraria. Dopo tutto, ciò significava che la famiglia sarebbe rimasta senza mezzi economici e i numerosi figli di Tolstoj senza eredità.  

In tutto questo Tolstoj sostenne il suo ammiratore e assistente personale Vladimir Chertkov. Quest’ultimo aveva una grande influenza sullo scrittore, suggerendogli di abbandonare la famiglia e di andare via. Tra Chertkov e Sofja scoppiavano continuamente conflitti che tormentavano Tolstoj. 

Chertkov raccoglieva gli aforismi di Tolstoj e compilò un libro con i suoi pensieri, che lo stesso scrittore definì “la biografia del mio pensiero…”. Solo a Chertkov Tolstoj permise di fargli visita in qualsiasi momento e persino di modificare i suoi testi. Chertkov si occupò anche della pubblicazione e della distribuzione dei trattati di fede vietati, per i quali Tolstoj ebbe persino problemi con la polizia. 

Chertkov è anche considerato il leader del movimento di Tolstoj, il tolstoismo. Lo zar esiliò Chertkov all’estero per aver aiutato una setta che sosteneva le idee di Tolstoj, ma lui continuò a pubblicare le opere di Tolstoj in Inghilterra.

Aleksandra Tolstaja – figlia minore

Tolstoj con la figlia minore Aleksandra

Mentre il rapporto di Tolstoj con la moglie Sofja Andreevna era molto complicato e spesso conflittuale, la figlia minore Aleksandra era la segretaria personale dello scrittore, una vera amica e la persona più vicina a lui. Aleksandra dedicò la sua vita al lavoro del padre e alla conservazione della sua eredità.

È stata lei a fondare e a diventare la prima direttrice del museo di Jasnaja Poljana e della Fondazione Tolstoj. Quando i bolscevichi la arrestarono per dissenso, fu salvata dal campo grazie all’intercessione dei contadini di Jasnaja Poljana. Tuttavia, alla fine degli anni Venti fu costretta a lasciare la Russia. Nel 1941 si stabilì negli Stati Uniti.

Dushan Makovitskij – medico di famiglia

Tolstoj con il medico di famiglia di origini slovacche Dushan Makovitskij, con il quale amava fare lunghe passeggiate a cavallo

Originario della Slovacchia (il suo nome non russificato era Dušan Makovický), prima di diventare medico si era interessato al punto di vista di Tolstoj sulla morale, avendo letto il romanzo vietato “La sonata di Kreutzer”. In seguito ha tradotto in slovacco il suo romanzo “Resurrezione”. E contribuì molto alla pubblicazione di varie opere di Tolstoj all’estero. Makovitskij arrivò a Jasnaja Poljana nel 1904 su invito della moglie di Tolstoj come medico personale, ma divenne un amico devoto dello scrittore e un suo assistente in molti casi. Curava anche i contadini della zona. Tolstoj amava fare lunghe passeggiate e gite a cavallo con Dushan. Fu il medico slovacco che Tolstoj portò con sé nella sua fuga segreta da Jasnaja Poljana, durante la quale entro pochi giorni morì, alla stazione di Astapovo. I giorni trascorsi con il grande scrittore furono raccontati nelle sue "Note di Jasnaja Poljana”.


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