Mikhail Glinka ritratto da Ilya Repin (Fonte Wikipedia)
I compositori russi appartengono da sempre al firmamento internazionale della musica classica. Alcuni di loro hanno dettato i canoni del genere; altri, al contrario, si sono accaniti a infrangerli o hanno conservato nelle loro opere le melodie della tradizione popolare russa e rielaborato la musica medievale; altri ancora hanno cercato i suoni del futuro.
Russia Oggi propone un mini-viaggio nell’universo dei più celebri compositori russi: da Mikhail Glinka ad Alfred Schnittke.
Glinka occupa un posto particolare nel novero dei compositori russi ed è ritenuto l’iniziatore della musica classica russa. Si accostò allo studio della musica all’età di 10 anni e cominciò a comporre a 18. Nella giovinezza divenne celebre come pianista e cantante, essendo dotato di una voce d’angelo. La fama lo raggiunse dopo i 30 anni.
I contemporanei ricordano il carattere supponente di Mikhail che come compositore riconosceva solo se stesso, Gluck e Chopin. Era legato d’amicizia ad Aleksandr Pushkin, il cui poema, Ruslan e Liudmila, gli ispirò la celebre opera omonima, invisa ai critici russi, ma apprezzata da quelli europei. Questo capolavoro di Glinka continua a essere fonte di stimolo per i registi di opera: grande scalpore suscitò l’allestimento del 2011 sul nuovo palcoscenico del Teatro Bolshoj di Mosca. Dalla dissoluzione dell’Urss fino al 2000 la Russia sostituì il vecchio inno con Il canto patriottico, composto da Glinka nel 1833.
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Uno dei più grandi e celebri compositori del mondo. I suoi capolavori non correrebbero il rischio di essere involgariti neppure da incisioni in cofanetti cd recanti titoli come Le melodie più belle per il vostro cane.
Il padre del futuro genio della musica aveva lavorato come ingegnere in un’acciaieria della più remota provincia russa, prima di trasferirsi a San Pietroburgo. E lo stesso Tchaikovsky, dopo gli studi in diritto, lavorò al Ministero della Giustizia.
Per lungo tempo la musica fu per lui solo un hobby, ma di punto in bianco Petr abbandonò il lavoro per la essa. All’inizio fu considerato un compositore di scarso talento, ma, tuttavia, l’università di Cambridge lo insignì per corrispondenza del titolo di dottore in Musica.
Petr Ilich era solito affermare con modestia che il pubblico era troppo generoso con lui. Lo stesso pubblico che lo giudicava non solo per il suo talento, ma anche per le sue inclinazioni omosessuali, contro cui Tchaikovsky combatté senza successo. La sua improvvisa morte per colera fu scambiata per lungo tempo per un suicidio.
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Uno dei più eminenti compositori russi e docenti di musica del XIX secolo si era diplomato all’Istituto Navale, ma dedicò l’intera vita alla musica.
Vertice della produzione musicale di Nikolai Andreevich sono 15 opere, consacrate per lo più alla storia e alle fiabe russe. Si dedicò con grande meticolosità e passione allo studio del folklore russo, utilizzandone i temi nelle sue opere. Molte storie legate al compositore riguardano la sua attività di insegnamento al Conservatorio di San Pietroburgo.
Per lungo tempo sostenne l’inutilità di un’educazione musicale per i compositori, ma poi divenne professore e parallelamente tornò sui banchi di scuola per colmare le sue lacune in teoria musicale.
“Il mio obiettivo come insegnante è quello di risultarvi inutile”, soleva dire ai suoi allievi e in particolare a Sergei Prokofev.
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Intraprese la carriera militare, ma cantava bene e suonava in modo eccellente il pianoforte e alla fine il suo desiderio di comporre musica ebbe il sopravvento.
Molte sue opere risultano incompiute, in alcuni casi perché Musorgsky prediligeva comporre direttamente “in bella” e non amava lavorare sulle minute. Una parte dei suoi lavori, inclusa la celebre Khovanshchina,vennero ultimati e rielaborati da altri compositori, tra cui l’amico Nikolay Rimsky-Korsakov.
Nelle sue memorie Sergei Diagilev ricorda che, mentre Musorgsky era ancora in vita, erano in pochi a prenderlo sul serio. Veniva invitato di frequente a suonare come accompagnatore per un compenso di 25 rubli a serata. I critici, con qualche eccezione, accolsero piuttosto freddamente le opere insolite, fuori dagli schemi di Modest Petrovich.
La salute del compositore fu stroncata dalla sua passione per l’alcool; morì a 42 anni, e i veri riconoscimenti giunsero a Musorgsky solo dopo la morte.
Il principe Igor
Il compositore russo Borodin, autodidatta e autore di decine di saggi sulla chimica, conquistò ampi riconoscimenti nel mondo della musica classica.
Borodin era il figlio illegittimo di un principe georgiano. Appassionato di chimica fin dall’infanzia, aveva studiato medicina. Fu legato d’amicizia al celebre chimico Dmitry Mendeleev. Impegnato nella ricerca scientifica, Borodin si occupava della musica solo nel tempo libero finché a 18 anni si dedicò alla stesura dell’opera Il principe Igor, che non riuscì però a ultimare e fu completata da Nikolay Rimsky-Korsakov e Aleksandr Glazunov, suo allievo e celebre compositore. In compenso, a una reazione chimica venne dato il suo nome.
Aleksandr Borodin s’impegnò su molti fronti: non fu solo un celebre scienziato, ma anche un compositore, nonché un difensore dei diritti civili. Morì all’età di 53 anni per un attacco cardiaco.
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Sergei Rachmaninov, pianista e direttore di fama internazionale, fu definito il “più russo dei compositori”, benché avesse vissuto per 26 anni negli Stati Uniti.
Rakhmaninov proveniva da una famiglia nobile e ricca dove il talento musicale era molto diffuso. Per alcuni anni fu allievo di Petr Tchaikovsky. Attorno ai 19 anni, Sergei compose la sua prima opera e una serie di altri lavori. Durante la giovinezza attraversò una profonda crisi creativa, superata la quale, riuscì a esprimere al meglio il suo talento. Dopo la rivoluzione del ’17, emigrò in America dove visse sino alla fine dei suoi giorni.
All’estero Rakhmaninov conquistò la fama internazionale. Scherzando, sosteneva di essere “per l’85 per cento un musicista e solo per il 15 per cento un uomo” e poteva afferrare con una mano tutti e 12 i tasti bianchi del pianoforte. Di lui si diceva che avesse un cuore d’oro. Negli anni della Seconda Guerra Mondiale finanziò la costruzione di un aereo per l’esercito sovietico.
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L’opera del compositore Igor Stravinsky favorì lo sviluppo del neoclassicismo e il diffondersi di una nuova moda musicale nel XX secolo.
L’intenso numero di tournée, l’unicità delle sue opere e l’abilità nel fondere generi tra loro diversi distinsero l’attività di Stravinsky da quella di altri geni musicali russi.
Dopo gli studi in Diritto, fu allievo di Nikolai Rimsky-Korsakov e manifestò le sue doti di compositore, direttore d’orchestra, pianista e patriota.
I suoi cultori riuscivano a cogliere la matrice russa di tutta la musica di Stravinsky, benché avesse vissuto per 57 anni fuori dai confini della Russia. Gli fu attribuita una relazione sentimentale con Coco Chanel, che fu però smentita dal compositore.
Compose il suo ultimo capolavoro, il Requiem, all’età di 85 anni. Morì per scompenso cardiaco.
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Uno dei più celebri compositori sovietici i cui lavori sono tra i più eseguiti nel mondo. Da bambino, Shostakovich aveva ascoltato il discorso di Lenin, in piedi tra la folla. Nella giovinezza, dopo la morte del padre, per sbarcare il lunario fu costretto a lavorare come accompagnatore musicale nei cinema, suonando dal vivo durante le proiezioni dei film muti.
Al cinema tornò qualche anno dopo: le sue colonne sonore si possono ascoltare in almeno una ventina di film sovietici. Shostakovich conobbe la fama a 21 anni, quando le note della sua Prima sinfonia risuonarono in Germania e negli Stati Uniti.
Per tutta la vita dovette combattere con la censura ed è forse per questo che, come sottolineano i critici musicali, il viso del compositore non fu quasi mai illuminato dal sorriso.
Benché la produzione di Shostakovich non fosse sempre compresa, il compositore fu insignito di un gran numero di onorificenze. L’ultimo suo lavoro, Immortalità, lo compose, quando ormai stava morendo per un cancro ai polmoni.
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Aleksandr Nevskij di Sergei Ejzenstejn. Secondo alcune testimonianze, negli anni ’30, quando ancora viveva in Unione Sovietica, ma viaggiava spesso all’estero, una prestigiosa casa di produzione hollywoodiana gli offrì di lavorare per un onorario di 25.000 dollari alla settimana, ma Prokofev tornò a Mosca “dalla sua musica e dai suoi figli”.
Sergei era appassionato di scacchi ed era protestante, cosa su cui preferiva mantenere il riserbo. La prima moglie del compositore, Karolina Kodina, dopo la separazione non ufficiale, trascorse otto anni nei lager. Prokofev e Stalin morirono nello stesso giorno, ma la morte del compositore fu quasi ignorata nei giorni dei funerali di Stato.
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Aleksandr Skrjabin fu celebrato come compositore mistico. Per Skrjabin l’essenziale nell’arte era individuare ed esprimere nella musica i mutamenti dell’ordine cosmico. Per questa ragione il compositore non attribuiva grande significato alla tradizione e ai canoni musicali, il che lo faceva apparire agli occhi del pubblico come un innovatore e un compositore eccentrico e un po’ folle. Le sue composizioni di musica cromatica rimangono tuttora di difficile esecuzione.
Fu il primo a eseguire la musica cromatica e a credere che il suono potesse modificare la realtà ed elaborò una tabella di toni musicali e cromatici che dovevano influire sull’ordine cosmico. Skrjabin compì numerose tournée all’estero e divenne un famoso virtuoso del pianoforte.
A 43 anni Aleksandr morì all’improvviso per un’infezione del sangue.
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Il pluricelebrato compositore russo proveniva da una famiglia ebraico-tedesca. Il russo fu per lui la seconda lingua e il suo primo strumento fu l’armonica a bocca. La cifra dominante delle sue composizioni è una sintesi di diversi stili o “multistilistica”, come lui amava definirla.
A fare la gioia degli appassionati fu l’utilizzo, fatto da Schnittke nella sua musica per orchestra, di chitarre e bassi elettrici. Schnittke sosteneva di non comporre musica, ma di limitarsi a registrare dei suoni che discendevano dall’alto. Come altri importanti autori del XX secolo, fu autore di musiche per film e persino per cartoni animati.
Gli ultimi otto anni della sua vita li trascorse ad Amburgo, ma venne sepolto a Mosca.
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